ATTUALITA'


                                     NO AL

  BULLISMO
        di
          
            Federico      Chiara

                                 Francesco        
         
                       Yassine             Margherita
                         
                                                    

                 

                     

 IL BULLO E LA
    VITTIMA                 
Il Bullo
Generalmente è: aggressivo, fisicamente forte, prono a ricorrere alla violenza, povero nella comunicazione interpersonale, scolasticamente al di sotto della media, con un basso livello di auto stima, insicuro Ha bisogno di sentirsi rispettato, ma non sa distinguere tra rispetto e paura, può venire da un ambiente domestico disfunzionale, è emotivamente immaturo, non accetta responsabilità, pensa che sia divertente dare il tormento ai compagni fisicamente più deboli.
Il bullo:
□ ha bisogno di attrarre l’attenzione;
□ stabilisce il suo potere sui membri più deboli del gruppo;
□ pratica il bullismo sia perché crede di essere benvoluto e supportato dal gruppo, sia perché crede che sia eccitante;
□ conosce come l’insegnante reagisce alle piccole trasgressioni ed agli attacchi minori alla vittima. Studia anche il comportamento dell’insegnante davanti alle proteste della vittima. E’ importante, per questo, che gli insegnanti siano consapevoli e coerenti nel loro atteggiamento;
□ continua a comportarsi da bullo, se non ci sono conseguenze al suo comportamento, se il resto del gruppo è un silenzioso testimone, se la vittima è silenziosa.
Perché essere bullo?
I ragazzi che scelgono di fare i bulli esibiscono un livello di rabbia e di aggressività che sentono di dover scaricare su altri, scelti per la loro vulnerabilità – vera o apparente -. Quando scoperti, i bulli negano e contrattaccano fingendo vittimismo, e così provano ad evadere, spesso con successo, le proprie responsabilità.
Domande essenziali dovrebbero essere: perché questo bambino o ragazzo è così aggressivo?; Perché non ha imparato a stare con gli atri senza usare la violenza?
E’ importante capire che genere di bullo abbiamo dinanzi per scegliere quale strategia utilizzare.
Il nostro bullo potrebbe, tra le tante ragioni del suo agire, essere:
Frustrato: una difficoltà che non è stata identificata potrebbe essere alla base di questa frustrazione. Un problema come la dislessia, la sordità, l’autismo, o una qualche difficoltà di apprendimento, che non gli consente né di vivere la scuola, né di rendere scolasticamente, come vorrebbe, potrebbe, o gli sia richiesto. Potrebbe combattere la frustrazione con il senso di potere che gli dà l’essere bullo.
A sua volta una vittima di bullismo. Anche essere bulli è cosa che si impara. In un ambiente in cui gli adulti falliscono in modo continuativo nel loro ruolo, potrebbe essere un modo di sopravvivere.
A corto di modelli comportamentali familiari da seguire, perché poveri o inesistenti. E’ difficile imparare le regole del comportamento o maturare un’intelligenza emotiva da autodidatti.
Abusato in famiglia, ed esprimere la sua rabbia nel bullismo.
Trascurato, o deprivato, tanto che il suo sviluppo comportamentale ed emotivo ha subito un ritardo.
Influenzato negativamente: perché, ad esempio ha frequentato, o frequenta, cattive compagnie di pari.
Affetto da un disordine di comportamento che può essere precursore di comportamenti antisociali, o disordini della personalità.
Tranne che nell’ultimo caso – in cui la professionalità richiesta è diversa -, ogni scuola ha il dovere di intervenire, e deve avere gli strumenti per farlo, con una strategia educativa adeguata.
La vittima.
Generalmente ha una bassa propensione alla violenza e cercherà di fare il possibile per evitarla. Fisicamente meno forte del bullo, spesso scolasticamente al di sopra della norma, differente (sebbene il termine sia altamente relativo), sensibile, spesso indipendente, con buona capacità di comunicazione con gli adulti, la vittima non riveste posizioni di potere ed è schivo alle politiche di classe. Ma accade anche che la vittima:
□ sia carente nella capacità di chiedere aiuto;
□ non abbia il supporto dei compagni o dell’insegnante, perché non è attraente;
□ attribuisca la responsabilità di ciò che accade a se stessa;
□ proviene da un ambiente familiare che rinforza tale responsabilità;
□ ha un grande bisogno di integrarsi.
Sebbene sia la vittima ad essere spesso etichettata come debole e inadeguata, è il bullo ad essere tale. Se non lo fosse, non avrebbe bisogno di essere un bullo.

La maggior parte degli studenti non è attivamente coinvolta nel bullismo, né come bulli, né come vittime. Sanno che è sbagliato, ma, a meno che non gli si chieda esplicitamente aiuto, o non li si convinca che hanno il dovere di agire, finiscono con l’essere testimoni silenziosi e, in questo modo, complici del fenomeno.

Come si diventa vittima?
Perché si è grassi, o magri, o alti, o bassi, o per il colore di capelli, o per quello della pelle, perché si è silenziosi, per via degli occhiali, delle orecchie grandi o piccole o a sventola, per i denti sporgenti, per essere di un’altra cultura, per indossare i vestiti ‘sbagliati’, per non voler usare violenza per difendersi, o per qualsiasi altra scusa. Tutte le scuse hanno in comune un unico fattore, essere irrilevanti.
Il bersaglio è semplicemente un oggetto utile contro il quale scaricare la propria aggressività. Facciamo un esempio, se la scusa è quella di essere grassi, dimagrire non farà alcuna differenza.


"Ogni studente ha il diritto di frequentare una scuola sicura
e la responsabilità di fermare il bullismo”

    FATTORI CHE SCATENANO
               IL BULLISMO       
l'invidia ed il risentimento possono essere indicatori di rischio per diventare un bullo. I risultati sull'auto stima, in particolare, sono controversi: mentre alcuni evidenziano un aspetto narcisistico, altri mostrano vergogna o imbarazzo.
In alcuni casi l'origine del bullismo affonda le radici nell'infanzia, magari da parte di chi è stato a sua volta vittima di abusi. Ci sono delle prove che indicano che i bulli hanno molte più probabilità di avere problemi con la giustizia, e che possa strutturarsi da adulto in una vera e propria carriera criminale. La principale causa del bullismo è la “televisione” ; i piccoli fra i due e gli undici anni, infatti, assistono in media ad una quantità allarmante di spettacoli tv che contengono aggressività sociale. Nicole Martins e Barbara Wilson hanno esaminato il contenuto dei 50 programmi per bambini più popolari. Sono state analizzate 150 trasmissioni in tutto e il 92% della programmazione è risultato contenere una qualche forma di aggressività sociale, con la media di 14 esempi negativi l’ora. L’atteggiamento del bullo nei confronti del più debole o dei più deboli ha cause che spesso risiedono nell’invidia nei confronti delle vittime, invidia alimentata da un forte complesso adleriano d’inferiorità. Uno studente brillante, o con una famiglia molto agiata, è vittima del bullo che dimostra la sua superiorità nell’evidenziare i difetti fisici e/o caratteriali della vittima e renderla quindi inferiore, il tutto a vantaggio di una presunta, sconcertante ed irreale gratificazione.

  SENTIMENTI DELLE PERSONE CHE SOFFRONO DI BULLISMO
Un rapporto dell’Associazione Nazionale degli Psicologi delle Scuole negli Stati Uniti dice che ogni giorno oltre 160.000 ragazzi saltano le lezioni per paura di subire soprusi. Può darsi che chi è vittima del bullismo smetta di parlare della scuola o di una determinata materia o attività scolastica. Oppure che cerchi ogni giorno di arrivare a scuola in ritardo o di saltare qualche lezione, o addirittura che si inventi mille scuse per non andare proprio a scuola.
 Potrebbe diventare lunatico, irritabile, frustrato, sembrare stanco, o magari isolarsi. Potrebbe diventare aggressivo con i familiari o con i compagni e gli amici. Anche chi assiste semplicemente ad atti di bullismo subisce delle conseguenze. La situazione che si crea lo spaventa parecchio, e questo ostacola la sua capacità di apprendimento. Comunque il periodico Pediatrics in Review dice: “La conseguenza più grave del bullismo, per le vittime e per la società, è la violenza, che può arrivare al suicidio e all’omicidio. Il senso di impotenza che pervade il ragazzo caduto vittima del bullismo può essere così devastante da scatenare in lui una reazione autodistruttiva o una fatale sete di vendetta”.
Le continue prevaricazioni possono minare l’autostima, causare gravi problemi di salute e rovinare addirittura la carriera a chi le subisce. Alcuni soffrono di emicrania, insonnia, ansia e depressione. Altri sono colpiti da stress postraumatico. A differenza delle aggressioni fisiche, che magari suscitano solidarietà e comprensione per la vittima, quelle emotive potrebbero non suscitare la stessa reazione. Il danno è molto meno evidente. Così, anziché mostrare comprensione, amici e familiari potrebbero stancarsi di sentire continue lamentele.
 COME EVITARE LA VIOLENZA:
Le scuole naturalmente non possono controllare molti fattori che influenzano la violenza, come spese militari, vendita di armi, corruzione nei membri del governo e della polizia, ma senz' altro il settore educativo può aiutare a costruire una rete di istituzioni che lavorano per identificare ed eliminare il ciclo della violenza. Il particolare la scuola può:
creare una politica pubblica che promuova la salute
sviluppare la capacità a risolvere conflitti interpersonali in modo non violento
saper orientare i servizi sulla salute
sviluppare ambienti favorevoli alla repressione della violenza
mobilizzare le azioni della comunità
CONVINCERE GLI ALTRI CHE LA PREVENZIONE DELLA VIOLENZA NELLE SCUOLE E' IMPORTANTE PERCHE' LA VIOLENZA:
inibisce il benessere ed il potenziale di apprendimento di milioni di bambini nel mondo
è un problema socio-economico di tutte le nazioni
si impara, talvolta nei primi anni, e quindi si può anche "disimparare"
può, attraverso metodi efficaci, pratici e tempestivi essere prevenuta nelle scuole
le valutazioni su vari progetti ha dato risultati molto promettenti
PIANIFICARE GLI INTERVENTI
Una volta che si sia concordato che sono necessari interventi di prevenzione della violenza nell' ambito di una scuola è necessario che si formi un comitato composto sia da docenti che studenti, genitori, membri esterni della comunità, associazioni giovanili etc.
E' anche importante che si esegua un' analisi della situazione attuale e dei problemi, onde meglio conoscere le peculiarità della situazione locale. Questo serve anche per coinvolgere eventualmente le autorità politiche sulla necessità di un eventuale supporto, serve come base per affrontare i singoli problemi, per pianificare e valutare gli interventi.
Nel valutare la situazione locale la risposta alle seguenti domande può essere una base di approfondimento:
Quanto sicura è la scuola? Quali percezioni di sicurezza hanno studenti, docenti, amministratori? Qual' è la natura dell' ambiente? Quanto sono sicuri gli studenti fuori della scuola? Quanto sicure sono le strade di accesso alla scuola? Vi sono problemi di droga? Viene usata violenza nelle manifestazioni studentesche? Quali risorse, economiche o umane, sono disponibili? Esistono già dei programmi di intervento ai quali questo può essere affiancato?
E' molto importante che vengano chiaramente fissati degli obiettivi e delle attività di cui si possano misurare anche i risultati.
INTEGRAZIONE DELLA PREVENZIONE DELLA VIOLENZA NEL PROGRAMMA DI "PROMOZIONE DELLA SALUTE" NELLA SCUOLA
Educare il bambino di oggi significa prevenire il criminale di domani Carlyle Guerra de Macedo
I docenti devono, in ambito interculturale, aiutare alunni e studenti ad acquisire informazioni accurate circa:
vari tipi di violenza: es. autoinflitta, familiare o extrafamiliare, abusi sessuali, abbandoni, politica o organizzata, negli stadi e negli assembramenti, religiosa, etnica etc
differenti contesti in cui la violenza ha luogo: es. casa, scuola, strada etc
conseguenze della violenza
rischi per i più piccoli (esposizione alla violenza, alcool, droghe, abusi) da cui non sanno difendersi e di cui talvolta non conoscono gli effetti
ruolo dei mass media ( televisione, cinema, giornali)
cosa può proteggere i giovani dalla violenza: es. conoscenza del problema, abilità ad utilizzare soluzioni alternative, a prevedere conseguenze
ruolo e partecipazione delle famiglie, identificazione di eventuali problemi in maniera chiara e non discriminante ( altrimenti dovrebbe farsi anche un corso parallelo sul razzismo).
il significato reali dei diritti umani nella loro forma più ampia.
E' sempre da ricordare che anche in questo caso vale la legge che "prevenire è sempre meglio".
Esempi di obiettivi specifici, per gradi, nella prevenzione della violenza.

  • Asilo Discutere come dire no a situazioni dannose per la salute o il benessere proprio o di altri bambini
Grado 1 Identificare situazioni in cui è necessario saper dir di no (es. ad una proposta di rubare) ed esaminare come un approccio positivo o la richiesta di aiuto possa risolvere un conflitto.
Grado 2 Identificare altre situazioni in cui è necessario saper dir di no e metterle in pratica. Vedere il conflitto come una parte normale delle relazioni interpersonali e controllare l' importanza di una buona comunicazione, dell' analisi dei fatti e di un eventuale compromesso per risolverlo.
Grado 3 Dimostrare le attitudini ad un ascolto attivo e ad una efficace comunicazione interpersonale che comporti attenzione, considerazione e rispetto. Mettere in pratica queste attitudini.
Grado 4 Rendersi padroni dell' uso positivo della comunicazione, discutere e mettere in pratica esempi di mediazione. Analizzare le conseguenze dei due sistemi (violento e non violento) nella risoluzione dei conflitti
Grado 5 Proporre delle linee guida per una comunicazione efficace ed utilizzare il processo di mediazione nella risoluzione di conflitti. Identificare problemi familiari e mettere in pratica le linee guida per una comunicazione efficace nell' ambito della propria famiglia.
Grado 6 Identificare importanti decisioni prese negli anni precedenti ed analizzarne cause ed effetti nel breve e lungo periodo. Descrivere i benefici delle decisioni prese in gruppo e le caratterisitiche per diventare un buon membro di un gruppo.
Grado 7 Dimostrare le strategie per risolvere conflitti e situazioni particolari, descrivere le cause di tali situazioni tra i giovani nelle scuole e comunità, analizzare i fattori ambientali che possono contribuire e le barriere, risorse e servizi per la prevenzione
Grado 8 Dimostrare l ' abilità a comunicare idee e lavorare assieme per un obiettivo comune (gruppo) Identificare le ragioni per cui alcuni possano cadere nella depressione e, al limite, arrivare a pensare al suicidio e descrivere come si può affrontare questi problemi. Identificare i fattori nella famiglia, nella scuola o nella comunità che possono diminuire la violenza, identificare anche le caratteristiche peculiari degli aggressori e delle vittime. Esaminare i sistemi con cui i conflitti possono essere risolti, le barriere alla comunicazione e potenziali catalizzatori per la violenza.
Scuole superiori Dimostrare l ' abilità a lavorare in gruppo ed a risolvere i conflitti in maniera pacifica. Differenziare le situazioni di emergenza che mettono a rischio la vita da quelle meno gravi ed esaminare azioni per ognuna di esse, dimostrare la potenzialità a portare aiuto ed a simulare risposte in situazioni di emergenza. Valutare situazioni di violenza e determinare come è meglio evitarle o risolverle.                                      


   PERCHE' DEL LORO
   COMPORTAMENTO:         LA MAGGIOR PARTE DEI BULLI HA QUESTI COMPORTAMENTI  PERCHE'  NON SI SENTONO ACCETTATI, OPPURE A CAUSA DELLA INSICUREZZA IN SE STESSI.
A SCUOLA E OLTRE:
IL BULLISMO Può ACCADERE SIA A SCUOLA CHE FUORI OPPURE ANCHE SUI COSIDDETTI
“SOCIAL NETWORK”: 
FACEBOOK
WHATS’APP
VIBER
ECC…………………………………………………………………………………………………………………………………………..
SOPPRATTUTO FACEBOOK VIENE UTILIZZATO COME RETE DI INFORMAZIONI
ULTIMAMENTE VIEN UTILIZZATO COME FORMA DI BULLISMO AD ESEMPIO PER MINACCE,RICATTI E OFFESE.
SFOGHI AGGRESSIVI SENZA
        PAROLE:   
DI SOLITO I RAGAZZI SI ARRABBIANO PER PROBLEMI PERSONALI O SCOLASTICI E SI SFOGANO ATTRAVERSO IL BULLISMO CIOE' SE LA PRENDONO CON ALTRE PERSONE (LA MAGGIOR PARTE CON PERSONE PIU’ PICCOLE  O PIU’ DEBOLI  DI  LORO ).
COME AFFRONTARE IL BULLISMO IN FAMIGLIA:
QUALCHE VOLTA I RAGAZZI VITTIME DI BULLISMO  NON RACCONTANO AI PROPRI GENITORI QUELLO CHE SUCCEDE FUORI CASA. I GENITORI DEL RAGAZZO,LA VITTIMA,HA BISOGNO DI QUALCUNO CHE GLI DIA RETTA E DI QUALCUNO CHE LO AIUTI A LIBERARSI DA TUTTE LE PAURA CHE HA NELLA TESTA,ASCOLTANDOLO MA SOPRATTUTTO DANDOGLI RAGIONE. CREDIAMO CHE TUTTI ABBIAMO BISOGNO DI FAMIGLIARI CHE LI AIUTINO A SCORDARSI DI TUTTO CIO’ CHE GLI STA SUCCEDENDO E MAGARI DI TUTTO CIO’ CHE GLI SUCCEDERA’.
AGGRESSIVITà:COSA GIUSTA O
        SBAGLIATA???   
La rabbia è un’emozione tipica,considerata fondamentale da tutte le teorie psicologiche,insieme alla gioia e al dolore,è una tra le emozioni più precoci. La rabbia è la reazione ad un limite,esprime il bisogno,molto vitale,di affermare il proprio io. Come tutte le emozioni,la rabbia non è mai giusta,o sbagliata:c’è,e bisogna prenderne atto,comprenderla,e gestirla al meglio. Chi riesce a mettere la sordina alla rabbia,non sempre ne ricava benessere,perché si tratta di un segnale molto importante:che qualcuno o qualcosa sta calpestando il nostro io. Reprimere le manifestazioni d’ira è nocivo alla salute psicofisica. Inghiottire la rabbia fa male,gridarla anche. Esplodere non è poi terribile. Spesso alla rabbia apparentemente non si reagisce:ma non è detto che questo sia realmente ciò che accade;ovvero l’incapacità di sentire sul piano emotivo le emozioni le quali vengono direttamente fatte scivolare sul corpo fino ad assorbirle. Il dolore e la rabbia sfugge al controllo e ci spinge a reagire esageratamente di fronte alla più piccola frustrazione. Il 25% dei casi di malattie cardiache sono dovuti all’eccessiva perdita di controllo in una esagerata reazione fisica alla rabbia. Arrabbiarsi poco può essere dannoso,ma arrabbiarsi troppo può farci correre parecchi rischi. Molti ragionano come se le emozioni fossero controllate da un interruttore:dico-non dico. Ma esistono anche posizioni intermedie:vale a dire esprimere nel modo migliore le proprie reazioni,anche negative. Essere diretti e sinceri non significa necessariamente ferire le altre persine. Il primo passo per cercare di allenarsi con la propria rabbia è ascoltarla bene,e capire chiaramente il suo messaggio:dove ci sentiamo colpiti,cosa vorremmo. Una volta definita,con calma,la posizione che riteniamo giusta per noi,possiamo affermarla asservitamente. La rabbia va usata per dare energia ad una richiesta basata sui propri desideri,non per cercare di stabilire come l?altro deve comportarsi.
L’aggressività,rabbia, non è una cosa né sbagliata né giusta;basta saperla controllare con il proprio corpo e la propria testa…
      DIFFERENZA TRA AGGRESSIVITà
            E  VIOLENZA 
L’aggressività è un fenomeno complesso,che rientra nelle problematiche legate al manifestarsi della violenza negli esseri umani. Il termine aggressività definisce una gamma molto vasta di comportamenti,che va dalle tendenze distruttive di se e degli altri. Gli impulsi aggressivi possono manifestarsi a livello verbale,fisico,sociale. L’aggressività può essere espressa direttamente e in modo evidente o indirettamente e in modo mascherato. Con la progressiva maturazione e socializzazione l’individuo apprende a controllare le proprie reazioni aggressive. Il controllo dell’aggressività può portare a condizioni di conflitto tra il desiderio di adottare un comportamento aggressivo e il timore o l’impossibilità di reagire in tal senso.
La violenza è il frutto di un sentimento totalmente negativo che si trasforma in gesto imponendosi sugli altri e cancellando tutto ciò che non ci aggrada. Si può considerare la violenza ogni abuso di potere e controllo che si manifesta attraverso il sopruso:fisico,sessuale,psicologico ed economico. La violenza fisica si può accompagnare a minacce,umiliazioni,limitazione della libertà di movimento.
VIOLENZA FISICA:ogni forma di violenza contro te,il tuo corpo e le tue proprietà. Le aggressioni possono essere evidenti (spinte,calci,pugni…),ma a volte sono più sottili,si rivolgono a qualcosa a cui tieni (animali,oggetti,vestiti…). Sono dimostrazioni di forza e crudeltà.
VIOLENZA PSICOLOGICA:ogni mancanza di rispetto che offende e mortifica la dignità. Ti critica costantemente,ti umilia,ti rende ridicola davanti agli altri,ti insulta…Ti insegue,controlla i tuoi spostamenti…Ti impedisce di vedere i tuoi amici o familiari…Minaccia di fare del male a te o alla tua famiglia…A volte minaccia di fare del male a se stesso,o di uccidersi,se le cose non vanno come vuole.
VIOLENZA SESSUALE:ogni forma di coinvolgimento in attività sessuali senza il tuo permesso.Contrariamente da ciò che si pensa la maggior parte delle violenze sessuali sono opera di persone a noi conosciute.Perchè ci sia un abuso non è importante che ci sia un rapporto fisico:anche essere forzata ad assistere è violenza.
VIOLENZA ECONOMICA:ogni forma di controllo sulla tua autonomia economica. Sabota i tuoi tentativi di lavorare o trovare un lavoro,non ti permette di avere un conto corrente,ti tiene all’oscuro delle entrate familiari,ti chiede di firmare documenti senza darti spiegazioni,si è appropriato dei tuoi averi.

    GIORNATE ABITUALI DELLE VITTIME E
                                 DEI BULLI
Crediamo che tutti pensino che i bulli,coloro che sono o vogliono fare parte della categoria del bullismo, non si rendono conto di ciò che provocano al ragazzo. La giornata di un bullo pensiamo che inizi come quella di una persona normale,alla mattina si sveglia e tutto prosegue normalmente,ma quando arriva a scuola la situazione cambia totalmente. A scuola inizia a prendere in giro,picchiare e persino minacciare altri ragazzi,ma secondo noi fanno così perché in un passato sono stati presi in giro loro e sono decisi a non fare la stessa fine. Non ci siamo mai trovati in una situazione del genere ,ma secondo noi appena tornato a casa trascorre,il bullo, tutta la giornata da solo,magari anche chiuso nella sua camera senza parlare a nessuno. La sera si siede a tavola con i suoi,mangia qualcosa,molto probabilmente neanche tanto e poi tutto zitto senza aprire bocca se ne torna in camera sua passando  il resto della serata, prima di andare a letto, davanti al computer o ascoltare musica.
La giornata delle vittime inizia in un modo totalmente diverso. Il ragazzo che di solito è piccolo,magro,molte volte anche con qualche anno in meno,si sveglia alla mattina con dei pensieri,delle paure che lo tormentano per tutta la giornata. Ha paura ad andare a scuola,perché sa ciò che gli aspetta;essere picchiato e preso in giro da persone più grandi. Torna a casa da scuola e ancora colpito da ciò che gli è successo non scambia neanche una parola con i familiari e va subito a fare i compiti per il giorno dopo. Sta già pensando a cosa gli toccherà subire il giorno dopo quando tornerà a scuola.
Secondo noi sia bulli che vittime avrebbero bisogno di una persona con cui sfogarsi,una persona che si siede di fronte a loro e magari li ascolta per ore e ore e alla fine gli dice cosa devono fare per cambiare o non essere trattati più così.
LA REAZIONE
Le vittime NON reagiscono… si fanno picchiare subendo numerosi traumi…
Il bullismo è una forma di comportamento aggressivo abusivo.
Tutte le persone credono che i bulli non subiscano niente,che le loro reazioni  magari non esistano neanche,ma si sbagliano esistono eccome. I bulli reagiscono perché la persona messa in mezzo gli ha dato fastidio,sparge voci che non sono vere oppure alcune volte anche semplicemente per sfogarsi. È brutto sfogarsi su persone che non centrano,che anche se te la prendi con loro non hanno fatto niente,ma la loro reazione è anche possibile che non riescano a controllarla del tutto. Non hanno persone con cui liberarsi dai propri problemi e quindi una volta arrivati al massimo del livello si devono sfogare su altre persone,innocenti. Anche se non è giusto.
Le vittime sono particolarmente provate da ciò che gli succede e da ciò che subiscono da queste persone per loro estranee. Non abbiamo mai sentito parlare di un ragazzo che si difendeva con le proprie mani,ma si sapeva già che le vittime tendono a farsi picchiare e non a reagire come dovrebbero. Tendono a rifugiarsi in un angolino e non dire niente mentre vengono picchiati. Piangono,pregano i bulli di non fargli niente,ma loro, facendo finta di non ascoltare, continuano senza pensare al danno che stanno provocando,bloccando lo sviluppo di minorenni.
I bulli reagiscono picchiando senza controllare la loro forza..



Commenti personali                 
Federico:
io penso che il bullismo sia una cosa sbagliata verso le vittime e verso tutti.

Francesco:
secondo me il bullismo è una comportamento sbagliato per esprimere il proprio carattere.

Margherita:
secondo me il bullismo è un comportamento certamente sbagliato,ma che alcune persone non vorrebbero avere,quasi come una cosa spontanea che non si riesce a controllare.

Chiara:
io penso che il bullismo sia un comportamento sbagliato ma che non sia sempre un modo per esprimere aggressività ma anche perché sentendosi giudicati o non presi abbastanza in considerazione i “bulli” vogliono solo farsi notare e non per forza fare del male. Dunque il bullismo può anche essere un comportamento rimediabile e non per forza pericoloso, che può essere eliminato con una buona comunicazione e il giusto sostegno dalla famiglia e dai compagni. L’importante dunque è parlare e fare si che l’aggressività non sia l’unico rimedio alla timidezza o alla paura.

YASSO:
Il bullismo è un argomento molto difficile ma allo stesso tempo molto diffuso anche nella nostra scuola. Questo fenomeno secondo me può essere spiegato con una sola frase “paura di esprimersi”. I bulli si esprimono con l’aggressività invece che con le parole e infatti secondo me questo comportamento avviene solo a causa di paura o timidezza. Dunque l’importante è unire le forze e aiutare questi ragazzi e imparare a dire “NO AL BULLISMO”.





  NO ALLO SFRUTTAMENTO MINORILE:
     L'ISTRUZIONE  COME ARMA PER         COMBATTERLO.







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